Celiachia, il DDL S. 623 promette inclusione ma resta un testo “senza portafoglio” e privo di vincoli reali

Il Disegno di legge S. 623, attualmente all’esame del Senato, si propone come un aggiornamento alla legge 123/2005, con l’intento di migliorare le condizioni di vita delle persone affette da celiachia. Il testo affronta temi rilevanti: uniformità nell’erogazione dei prodotti senza glutine, formazione obbligatoria per il personale della ristorazione, maggiore informazione pubblica e obblighi di offerta di alimenti sicuri nei luoghi pubblici e nei trasporti.
Tuttavia, a una lettura attenta, emergono significative carenze di ordine operativo, finanziario e giuridico che rischiano di svuotare di efficacia l’intero impianto normativo.
La prima criticità riguarda la copertura economica. A eccezione del Fondo per la ricerca scientifica sulla celiachia (10 milioni di euro annui, attinti dal fondo per le esigenze indifferibili), nessuna delle altre misure previste riceve un finanziamento specifico. Digitalizzazione dei buoni, obblighi nei pubblici esercizi, distribuzione nei trasporti e nelle mense sono previsti senza una valutazione economica puntuale né risorse dedicate.
A ciò si somma l’assenza di un sistema sanzionatorio: il DDL non stabilisce alcuna forma di controllo né penalizzazione per gli operatori pubblici o privati che non si adeguino agli obblighi introdotti. Nessuna multa, nessuna revoca di concessione o licenza, né indicazioni sugli enti preposti alla vigilanza. In altre parole, la legge non ha strumenti per essere fatta rispettare.
Un’ulteriore lacuna rilevante riguarda le gare d’appalto pubbliche e private per la gestione delle mense: il DDL non impone che nei capitolati sia inserito l’obbligo di fornire opzioni alimentari sicure per soggetti celiaci. Si tratta di una dimenticanza rilevante, poiché proprio attraverso gli appalti si regolano quotidianamente i servizi di refezione scolastica, ospedaliera, aziendale e universitaria.
Infine, molte delle misure previste sono subordinate all’adozione di futuri decreti ministeriali o intese in sede di Conferenza Stato-Regioni, con tempi e modalità non definiti. Senza questi atti, anche gli interventi potenzialmente utili rischiano di restare inapplicati.
In sintesi, il DDL S. 623 appare come un provvedimento ambizioso nella forma ma privo di strumenti reali per trasformare i principi enunciati in diritti esigibili. La mancanza di copertura finanziaria adeguata, di obblighi nei contratti pubblici e di sanzioni per l’inadempienza ne fanno un testo che, se approvato così com’è, rischia di rimanere una dichiarazione d’intenti priva di effetti concreti per le persone celiache e per le loro famiglie.
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Ecco un confronto per punti tra la legge vigente n. 123/2005 e le modifiche proposte dal DDL S. 623, con focus sulle differenze principali:
1. Erogazione dei prodotti senza glutine
Legge 123/2005
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Prevede l’erogazione gratuita di alimenti senza glutine, ma lascia alle Regioni la definizione delle modalità attuative.
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Il Ministero della Salute ha facoltà (non obbligo) di stabilire modalità organizzative, ma non l’ha mai esercitata.
DDL S. 623
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Introduce l’utilizzo della tessera sanitaria per l’acquisto in farmacie, negozi specializzati e altri esercizi commerciali.
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Garantisce l’uso su tutto il territorio nazionale, superando i limiti regionali.
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Digitalizza e dematerializza i buoni, rendendoli frazionabili e spendibili fuori regione.
2. Obblighi per la ristorazione e luoghi pubblici
Legge 123/2005
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Non impone obblighi specifici agli esercizi di ristorazione.
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La presenza di piatti gluten free è lasciata alla discrezione del ristoratore.
DDL S. 623
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Obbliga tutti gli esercizi Ho.Re.Ca, pubblici e privati, e i distributori automatici a offrire alimenti senza glutine.
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Introduce l’obbligo di offrire pasti gluten free anche su treni, aerei, mense scolastiche e ospedaliere, ecc.
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Prevede attrezzature dedicate (es. fornetti) per evitare contaminazioni.
3. Formazione e aggiornamento
Legge 123/2005
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Prevede generiche azioni informative e formative, senza dettagli.
DDL S. 623
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Introduce formazione obbligatoria per:
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personale sanitario,
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ristoratori e operatori turistici,
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addetti alla preparazione/somministrazione alimenti.
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Inserisce moduli scolastici sulla celiachia negli istituti professionali alberghieri e corsi HACCP.
4. Diagnosi e prevenzione
Legge 123/2005
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Promuove la diagnosi precoce, ma senza indicazioni operative chiare.
DDL S. 623
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Prevede la diffusione del protocollo diagnostico ufficiale, con coinvolgimento dei medici di medicina generale.
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Mira a una maggiore uniformità nazionale nei percorsi di diagnosi.
5. Ricerca e monitoraggio
Legge 123/2005
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Non prevede finanziamenti specifici né strumenti di monitoraggio centralizzato.
DDL S. 623
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Istituisce un fondo da 10 milioni di euro annui per la ricerca scientifica.
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Prevede la creazione di una banca dati nazionale presso il Ministero della Salute per monitorare diagnosi, terapie e impatti sociali.
6. Registro dei prodotti erogabili
Legge 123/2005
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Non dettaglia quali alimenti specifici devono essere inclusi.
DDL S. 623
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Estende il Registro nazionale agli alimenti mono cereale naturalmente senza glutine (riso, mais, quinoa, ecc.).
7. Etichettatura farmaci
Legge 123/2005
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Richiede che il foglietto illustrativo indichi chiaramente l’assenza o presenza di glutine.
DDL S. 623
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Abroga tale obbligo, ritenendolo superato da norme UE e AIFA: i farmaci in commercio sono sicuri per i celiaci salvo rare eccezioni.