Ci Siamo Fatti Fregare… #SenzaGlutine l’Enorme Beffa del Sovrapprezzo
Dietro al Senza Glutine c’è un giro d’affari enorme.
I rincari che le aziende possono praticare sono dal doppio alle 4 volte il costo rispetto al prodotto “normale”.
Poi c’è tutto il lato oscuro del “buono” della ASL che viene speso in strutture convenzionate nelle quali si trovano prezzi ancora più alti del già alto senza glutine.
Ma cosa sono i buoni?
In breve, per non annoiare il lettore, possiamo dire che sono un a bella invenzione dell’allora Ministro Veronesi (parliamo del 2001) quando si decise che la terapia dell’alimentazione senza glutine era una cura salvavita e il costo degli alimenti era ancora più alto di oggi.
Insomma si tratta di un rimborso che lo Stato eroga per coprire la differenza di prezzo tra il prodotto normale e quello gluten free.
Parliamo, però, di 16 anni fa quando la cucina senza glutine praticamente non esisteva e le aziende che producevano si contavano sulle dita di una mano, oggi tutto è cambiato.
(Leggi qui per approfondimenti)
Diverso perchè il mercato del senza glutine è diventato “di moda” ed in moltissimi pensano, sbagliando, che sottoporsi alla dieta senza glutine sia salutare per tutti.
Questo è, poi, avallato da centinaia di pseudo-nutrizionisti, foodblogger, youtuber ed altri “influencer” che di alimentazione sanno poco o nulla.
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“C’è un BUSINESS ENORME dietro al cibo gluten free – spiega Enzo Spisni, docente di Fisiologia della Nutrizione all’Università di Bologna al Fatto Alimentare – che dal mercato per celiaci, quindi relativamente ristretto, si è spostato al grande pubblico. Per questo gli alimenti senza glutine vengono pubblicizzati in televisione. Perché altrimenti investire tanti soldi per un prodotto di nicchia? È ovvio che si sta cercando di incoraggiare questa tendenza del gluten free. Ci si attacca alla possiblità della sensibilità al glutine, spesso diagnosticata con metodi fai-da-te, per vendere.”
Insomma come abbiamo già sottolineato qui per una diagnosi anche solo di “sensibilità al glutine” non si può utilizzare un metodo fai da te, ma bisogna andare in ospedale ed effettuare i test avallati dalla comunità scientifica.
Tornando, però, al nostro viaggio siamo tornati a Lucca città che di senza glutine se ne intende e che riserva emozioni culinarie uniche in italia per gli intolleranti in genere.
Anche qui, però, in molti praticano la triste “regola” del sovrapprezzo.
Se un piatto di pasta normale costa 6 euro, per il celiaco ci sono da pagare da uno a due euro in più, per la pizza ci sono 2 euro di differenza e anche le patatine fritte vengono scontrinate ad 1,5 euro sopra il prezzo delle normali!
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Tutto questo è giustificato?
Noi crediamo di no e nelle prossime puntate vi dimostreremo (dati alla mano e testimonianze al microfono il perchè).
Intanto raccontateci anche voi le vostre di esperienze, se siete ormai rassegnati a questo sovraprezzo, se evitate questo tipo di locali e se mai avete cercati di far ragionare, un minimo, il ristoratore di turno.
Noi vi lasciamo con le immagini della splendida Lucca e la nostra seconda esperienza senza glutine.
Buona Visione