Celiachia Tagli ai Buoni, ma Restiamo i Più Virtuosi in Europa. Sommersi oltre 400mila Malati
Assistenza garantita ai circa 200mila celiaci italiani con la conferma al diritto all’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine, sebbene con una riduzione media dei tetti di spesa del 19%. Lo prevede il nuovo decreto sull’assistenza ai celiaci che la cui approvazione è attesa domani in Conferenza Stato-Regioni. Revisionato anche il Registro Nazionale degli alimenti senza glutine erogabili, che garantisce ancora gli alimenti definiti “ad alto contenuto di servizio”, come piatti pronti e preparati, che consentono anche ai celiaci di adottare i prevalenti stili di vita. Soddisfatta l’Associazione italiana celiachia (Aic) che sottolinea come siano stati evitati “tagli choc” e sia stata assicurata ai celiaci una corretta terapia. Infatti, “la modifica dei tetti di spesa non è una sforbiciata che compromette l’assistenza ai pazienti ma – spiega l’Aic – una revisione razionale, che tiene conto della riduzione dei costi degli alimenti senza glutine e dei fabbisogni energetici della popolazione definiti dalle più recenti evidenze scientifiche”.
Buoni digitali spendibili ovunque in Italia, anche al di fuori della propria Regione di residenza, per l’acquisto degli alimenti senza glutine. E’ questo il prossimo obiettivo da raggiungere a favore delle persone con celiachia. Un obiettivo, annuncia il presidente dell’Associazione italiana celiachia (Aic) Giuseppe Di Fabio, cui lavoreranno congiuntamente il ministero della Salute e quello della Funzione Pubblica.
La revisione dei tetti di spesa, spiega Di Fabio, è infatti “solo una parte dei cambiamenti dell’assistenza ai celiaci: il nuovo modello organizzativo voluto da Aic prevede anche un’assistenza più razionale, trasparente e semplice attraverso buoni digitali che possano essere spesi anche fuori dalla Regione di residenza”. E non sono soltanto parole: già in 4 Regioni i buoni sono digitali ed in mezza Italia l’accesso alla terapia senza glutine è possibile nelle farmacie ma anche al supermercato e nei negozi specializzati. Il 22 novembre scorso è stato istituito un tavolo di lavoro fra ministero della Salute e ministero della Funzione Pubblica per favorire la spendibilità dei buoni in tutte le Regioni ed è allo studio una campagna di informazione sull’educazione alimentare senza glutine. Inoltre, sottolinea l’Aic, “continua l’impegno del ministero per la qualità degli alimenti senza glutine, come dimostra la disponibilità dell’industria a migliorare i profili nutrizionali dei prodotti”.
– Dai bambini agli over-60,tetti spesa per i celiaci
Diagnosi in crescita del 10% l’anno, 400mila i malati ‘ignari’
I tetti di spesa per l’acquisto degli alimenti senza glutine per i celiaci sono fissati in base all’età, al genere ed ai relativi fabbisogni calorici dei pazienti. Il nuovo decreto per l’assistenza ai celiaci, la cui approvazione è attesa domani in Conferenza Stato-Regioni, fissa i nuovi tetti aggiornati.
Nelle fasce di età 6 mesi-5 anni e 6-9 anni, il tetto sale a 56 e 70 euro, rispettivamente per bambine e bambini.
Dai 10 ai 13 anni il tetto sale a 100 euro per i maschi e 90 euro per le femmine.
Dai 14 ai 17 anni diventa 124 euro per i maschi e 99 euro per le femmine, per poi scendere nella fascia 18-59 anni a 110 euro per i primi e 90 per le seconde.
Negli over 60, invece, il limite massimo di spesa mensile scende a 89 euro per i maschi e 75 euro per le femmine. L’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine “resta una ‘eccellenza’ tra le forme di assistenza del panorama internazionale”, afferma l’Associazione italiana celiachia (Aic).
In Europa ci sono infatti Paesi che non prevedono alcun sostegno alla terapia (Spagna e Irlanda), altri che garantiscono pochi alimenti essenziali (10Kg/mese di farina in Croazia, 5kg/mese di farina in Serbia), altri ancora riconoscono un sostegno economico (23 euro/mese in Finlandia, 46 euro in Francia, 38 euro in Belgio, più elevato in Danimarca e Norvegia) oppure consentono di detrarre dalle imposte parte dei costi sostenuti (ad esempio Russia, Germania, Olanda e Portogallo) oppure prevedono il pagamento di un ticket per la terapia dei celiaci (UK).
L’Italia dunque ‘si distingue’ in positivo, a fronte di un numero di diagnosi di celiachia che cresce del 10% l’anno. Attualmente si stimano nel nostro Paese 198mila celiaci, circa 16.000 in più rispetto all’anno precedente. Ma a preoccupare è anche l’enorme ‘sommerso’ della malattia, tanto che si stima che siano 408.000 i celiaci non ancora diagnosticati in Italia, come emerge dalla Relazione sulla celiachia 2016 del ministero della Salute al Parlamento.
Ma dove hanno visto la riduzione dei costi degli alimenti senza glutine e dei fabbisogni energetici sia quelli dell’AIC che quelli del ministero della Salute e quello della Funzione Pubblica. Provino a entrare in una farmacia e vediamo cosa comprano con la miseria che vogliono dare.
Come darti torto! E’ proprio il centro del discorso… la riduzione non è reale e lo si vede andando a comprare i prodotti!