NON Entrate In QUESTO POSTO! Immagini SHOCK! | il MOLISE Esiste pt.2 Vlog Senza Glutine e Pudore
“Il rimpianto è il vano pascolo di uno spirito disoccupato. Bisogna soprattutto evitare il rimpianto occupando sempre lo spirito con nuove sensazioni e con nuove immaginazioni”.
(G. D’Annunzio)
Seconda, ed ultima, parte del nostro viaggio senza glutine e senza paura tra Molise e Puglia e se non l’avete fatto andatevi a recuperare la prima parte: “i Trabocchi, Termoli e l’Incubo del Cibo. il Molise ESISTE pt.01 – Vlog Senza Glutine”.
Il secondo giorno, di buon mattino e dopo aver preparato i soliti panini e piadine senza glutine, siamo partiti per Lesina (Fg) per vedere il suo famoso lago, un bacino lacustre salmastro situato a nord della Puglia, tra il Tavoliere delle Puglie e il promontorio del Gargano.
Lungo circa 22 km e largo mediamente 2,4 km, ha una superficie pari a 51,4 km². È il 9° lago italiano e il secondo dell’Italia meridionale.
Le sue acque sono salmastre e da poco, un paio d’anni, il comune omonimo ha posto una passarella che porta quasi al centro dello stesso, indispensabile per ammirare un ritrovamento di epoca romana, un luogo di stoccaggio del pescato che veniva trasformato nel famoso Garum (pesce lasciato a macerare al sole) che formava il condimento di moltissimi piatti antichi.
Per rendere “appetibile” il viaggio abbiamo continuato a narrarlo come una storia, con una vecchia mappa del tesoro da ritrovare ed i bambini si sono molto divertiti!.
La visita sul lago di Lesina dura pochissimi minuti, non c’è molto da vedere ed il posto non è molto turistico, noi ci siamo andati di domenica ed abbiamo incontrato una decina di persone (non turisti, proprio persone!).
A lato del pontile d’ingresso c’è un bar che ha un minimo si senza glutine, ma non aspettatevi di poter mangiare lì… come gli altri giorni i panini sono stati il nostro pranzo.
Dopo il pranzo abbiamo pensato di visitare un vicino castello a Serracapriola (Fg), nell’entroterra a nord della Puglia e vicino al convento in cui Padre Pio (San Pio da Pietralcina) prese i suoi voti.
Purtroppo il convento era ben chiuso e non siamo potuti entrare.
Il castello, al contrario era aperto, ma solo per gli operai che lo stavano ristrutturando per trasformarlo in locale adatto alle cerimonie.
Le prime notizie del Castello di Serracapriola si hanno in un documento del 1045, quando Tesselgardo, conte di Larino, donava al Monastero di Tremiti la città di Gaudia o Civita a Mare; tale donazione fu fatta appunto “intus Castello de Serra”.
Nei locali sotterranei vi sono vari cunicoli tra cui l’accesso ad un’ampia voragine, ancora oggi inesplorata, denominata “trabocchetto”, in cui secondo la leggenda venivano eseguite le esecuzioni captali.
Il castello è tuttora di proprietà della famiglia Maresca di Serracapriola che dal 2011 ha intrapreso grandi lavori di restauro.
Nel pomeriggio siamo tornati in una Termoli addobbata a festa per la finale di Champions League e abbiamo deciso, dato il sovraffolamento, di mangiare in un ristorante a due passi dal residence che ci ha ospitato, il “Sirena”, mai decisione fu più funesta (almeno lo credevamo allora…)
Abbiamo mangiato malissimo sia la carne (bruciato il manzo e bruciato, ma al sangue anche il maiale!), servizio lento che ha lasciato la più piccola del gruppo a digiuno per ben 90 minuti da quando ci siamo seduti (il locale aveva circa 10 tavoli occupati) ed infine un’insopportabile tifo per gli spagnoli, chiaramente contro la Juventus pur squadra italiana in gioco…
…e dopo una nottata difficile per una febbre da troppo sole di Anna ed una capatina in farmacia ci siamo tuffati nel dramma marchiato “Sarni”.
La catena omonima è una delle più grandi del centro-sud Italia e partner di eccellenza di Autostrade Italiane…
Le immagini parlano chiare, volevamo pranzare, ma da Sarni non c’era nulla di senza glutine, niente di niente, ma ancora peggio alcuni prodotti chiaramente “normali” erano riposti in scaffali marchiati dalla scritta “senza glutine”… un vero e proprio attentato alla salute…
Mai più da Sarni… mai più.