La Dieta Mediterranea fa Bene al Cuore, ma Solo ai Ricchi. 5 Consigli per Fregarli
La dieta mediterranea fa bene al cuore. Ma se partendo dalla popolazione generale si fa uno ‘zoom’, emerge che il cuore ‘fortunato’ è quello dei ricchi e dei ben istruiti. E’ l’amara scoperta che arriva dall’Italia, dalla patria del regime alimentare incoronato dall’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità.
I vantaggi associati vengono confermati ma restano appannaggio dell”upper class’, secondo gli scienziati tricolore, che lo hanno constatato analizzando oltre 18 mila persone reclutate all’interno del noto studio ‘Moli-sani’, un progetto partito nel marzo 2005 che ha trasformato il Molise in un grande ‘laboratorio a cielo aperto’ coinvolgendo circa 25 mila abitanti. Obiettivo: fotografare i fattori genetici e ambientali correlati a patologie come i tumori e le malattie cardiovascolari e degenerative.
Il nuovo lavoro degli studiosi dell’Istituto neurologico mediterraneo Neuromed è pubblicato sulla rivista scientifica ‘International Journal of Epidemiology’ e da un lato conferma il potere della dieta mediterranea di ridurre il rischio di malattie del cuore, ma dall’altro rivela che tali benefici sono fortemente influenzati dalla posizione socioeconomica. Data un’adeguata aderenza al modello alimentare, la ricerca condotta dal Dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’Irccs di Pozzilli (Isernia) ha dimostrato che la riduzione del rischio cardiovascolare si osserva nelle persone con un livello di istruzione superiore e/o un maggiore reddito familiare. Nessun beneficio reale viene invece osservato per i gruppi meno avvantaggiati.
Gli scienziati sono andati oltre, tentando di identificare anche i possibili meccanismi alla base di questa disparità. E lanciano un monito: “Le disparità socioeconomiche in salute stanno crescendo anche nell’accesso a diete sane. I nostri risultati dovrebbero promuovere una seria considerazione di questo scenario – avverte Giovanni de Gaetano, direttore del Dipartimento – Negli ultimi anni abbiamo documentato sull’intera popolazione un rapido spostamento dalla dieta mediterranea, ma potrebbe anche essere che i cittadini più deboli tendono ad acquistare alimenti mediterranei con un valore nutrizionale inferiore”.
I benefici cardiovascolari associati alla dieta mediterranea nella popolazione generale “sono ben noti, però – spiega Marialaura Bonaccio, primo autore dello studio – per la prima volta il nostro studio ha rivelato che lo status socioeconomico è in grado di modulare questi vantaggi di salute. In altre parole, è improbabile che una persona con un basso livello socioeconomico che si sforza di seguire un modello alimentare mediterraneo abbia gli stessi benefici di una persona con reddito più elevato, nonostante entrambi aderiscano in maniera simile alla stessa dieta sana”.
Partendo proprio da un’adeguata aderenza alla dieta tricolore per eccellenza, “i gruppi più avvantaggiati sono stati maggiormente in grado di riportare un numero più ampio di indici di dieta di alta qualità rispetto alle persone con condizioni socioeconomiche basse – spiega Licia Iacoviello, responsabile del Laboratorio di epidemiologia nutrizionale e molecolare – Ad esempio, fra coloro che segnalano un’adesione ottimale alla dieta mediterranea (misurata da un punteggio che include frutta e noci, verdure, legumi, cereali, pesce, grassi, carne, prodotti lattiero-caseari e assunzione di alcol) le persone con reddito alto o istruzione superiore hanno consumato prodotti più ricchi di antiossidanti e polifenoli e hanno mostrato una maggiore diversità di scelte di frutta e verdura”.
Non solo: “Abbiamo trovato anche – aggiunge Iacoviello – un gradiente socioeconomico nel consumo di prodotti integrali e nei metodi di cottura preferiti. Queste differenze sostanziali nel consumo di prodotti appartenenti alla dieta mediterranea ci porta a pensare che la qualità degli alimenti possa essere importante per la salute come la quantità e la frequenza di assunzione”. Il messaggio è chiaro: “Non possiamo continuare a dire che la dieta mediterranea fa bene – riflette de Gaetano – se non siamo in grado di garantirne un uguale accesso”.
La dieta mediterranea si conferma un’abitudine salutare, sottolinea de Gaetano all’AdnKronos Salute. “Abbiamo visto su quasi 19 mila persone che l’adesione a questo stile alimentare riduce il rischio cardiovascolare in maniera significativa per una media del 15%. Ma andando a osservare più da vicino, abbiamo identificato una parte in cui non si osserva lo stesso beneficio che abbiamo visto sulla popolazione generale: sono le persone con reddito e istruzione più bassi”.
Come si spiega? “Abbiamo qualche ipotesi, cosa che fa partire studi ulteriori. Il punteggio standard che identifica in letteratura l’adesione alla dieta mediterranea può solo certificare che una persona consuma per esempio olio extravergine di oliva, ma ovviamente sulla base delle possibilità economiche si può comprare un prodotto di maggiore o minore qualità e si potrebbero riscontrare differenze nel contenuto di polifenoli che esso garantisce, tali da dare conseguenze diverse in termini di salute. Ancora: un certo punteggio viene assegnato a chi consuma in generale frutta e verdura, ma chi ha maggiore capacità d’acquisto può anche variare di più e quindi ottenere più benefici”.
Gli studi condotti finora “hanno puntato molto se non esclusivamente sulla quantità e la frequenza di consumo, ma poco sulla qualità. Non bisogna solo rallegrarsi del fatto che la dieta mediterranea confermi il suo potere benefico in termini di prevenzione cardiovascolare, ma andare più a fondo, in modo che le differenze che possono renderla più o meno utile scompaiano – conclude l’esperto – Da medici possiamo invitare a riflettere. Per esempio, si potrebbero valutare misure come abbassare l’Iva sull’olio extravergine d’oliva certificato, su frutta e verdura per favorire l’acquisto di prodotti più freschi. O si potrebbe pensare a un sistema che permetta di scaricare dalle tasse l’acquisto di prodotti della dieta mediterranea, come succede per i farmaci che vengono messi nella dichiarazione dei redditi. In fondo, si tratta di qualcosa che fa altrettanto bene. E la salute è un problema anche della politica e della società intera”.
Ecco quali sono gli alimenti della Dieta Mediterranea
- Frutta, verdura e cereali devono essere presenti in ogni pasto perché sono ricchi di vitamine, minerali, antiossidanti e fibre che aiutano a mantenere il nostro corpo sano e se consumati nelle giuste proporzioni aiutano anche a perdere peso.
- Cereali soprattutto integrali, frumento, segale, crusca e avena sono da preferire rispetto alle farine bianche che sono trattate chimicamente.
- Ortaggi e legumi sono un alimento tipico dei paesi dell’area mediterranea, ma si trovano ovunque. Di solito gli ortaggi vengono cotti, ma si possono consumare anche crudi e sono un ottimo rimedio per combattere la fame, soprattutto se mangiati prima dei pasti principali.
- Frutta fresca da preferire in assoluto ai succhi di frutta che contengono una bassissima percentuale di frutta ed un’alta percentuale di zuccheri.
- Olive e olio di oliva sono un alimento tipico dei paesi del mar mediterraneo e per condire l’olio di oliva è da preferire in assoluto a burro e margarina perché ricco di importanti sostanze nutritive.
- Aromi: utilizzare erbe o spezie per aromatizzare il cibo è un ottimo sistema per evitare o comunque limitare l’uso di sale.
- Formaggio e yogurt vanno consumati ma senza eccessi. Il formaggio di solito è un alimento ricco di grassi che dovrebbe essere consumato con moderazione.
- Pesci sono ricchi di proteine, vitamine e di acidi grassi importanti per il cuore che si chiamano omega 3 e che si trovano soprattutto nel tonno, aringhe, sardine, salmone, nei molluschi e nei crostacei.
- Uova sono ricche di proteine e vengono consumate da chi non ama le carni sia bianche che rosse.
- Dolci sono il piacevole alimento che viene consumato a fine pasto, soprattutto nei paesi dell’area mediterranea. Sono però da preferire i sorbetti di frutta ai dolci ricchi di creme che hanno molte calorie.
- Vino non è vietato nelle diete, purchè lo si beva con moderazione in quanto molto zuccherino.
- Acqua è l’elemento indispensabile nella dieta non solo mediterranea perché oltre ad idratare tutto il nostro corpo, consente di eliminare le scorie dal nostro organismo attraverso le urine.
I nostri 5 consigli
Mangiare meno:
Un ottimo consiglio per mangiare di meno è quello di utilizzare dei piatti da portata piccoli che fanno sembrare il contenuto molto più abbondante.
Mangiare un po’ di tutto:
Mangiare un poco di tutto senza esagerare: sono gli eccessi che fanno male e creano problemi.
Fare tanta attività fisica:
L’attività fisica è la componente principale, insieme ad una corretta alimentazione per poter avere un fisico in forma.
Non mangiare sempre i soliti alimenti, ma sperimentare:
La dieta mediterranea fornisce una varietà notevole di alimenti e non risulta essere noiosa, per questo può essere seguita senza correre il rischio di odiarla.
Mangiare cibi sani e genuini:
Ricordatevi sempre che è meglio mangiare il prodotto di stagione e a Km0 piuttosto che sperimentare cibi esotici, anche se mediterranei, magari confezionati. Se non potete farlo ci raccomandiamo di controllare etichetta e ingredienti dei prodotti consumati (nonchè provenienza).
Ovviamente l’assunzione di cibo dev’essere controllata e valutata da un esperto dietologo o nutrizionista, che oltre a fornire indicazioni dal punto di vista alimentare, sarà anche in grado di dare un consiglio circa l’ attività sportiva da praticare in base al fisico di ogni singolo paziente.
Ottimi consigli, sono pienamente d’accordo con te.