L’Etichetta “Senza Glutine” tra Necessità e Inganno

L’etichetta “Senza glutine” è ormai onnipresente su una vasta gamma di prodotti alimentari e persino bevande, indipendentemente dalle origini che hanno portato a questa etichettatura. Tuttavia, a volte questa dicitura si trova in contrasto con le regole che disciplinano l’etichettatura dei prodotti alimentari.
La celiachia, una patologia caratterizzata da un’intolleranza cronica al glutine, è una condizione endemica che colpisce una percentuale variabile, tra l’1% e il 2%, della popolazione globale. Attualmente, l’unico trattamento disponibile per chi soffre di questa malattia è l’adozione di una rigorosa dieta priva di glutine.
Nel corso degli ultimi decenni, le associazioni di pazienti celiaci di tutta Europa, hanno svolto un ruolo di primo piano nel garantire un ambiente sicuro e sereno per i celiaci e le loro famiglie. Queste organizzazioni hanno affrontato diverse sfide:
- A livello normativo, si sono impegnate a far sì che le etichette alimentari riportino informazioni chiare e ben visibili riguardo alla presenza di glutine. Questo impegno è particolarmente importante per i consumatori allergici o intolleranti a specifici cereali contenenti glutine.
- Hanno incentivato le industrie alimentari a sviluppare nuove linee di prodotti appositamente pensati per i celiaci, consentendo loro di godere di una varietà di alimenti sicuri e adatti alle loro esigenze.
- Hanno promosso l’applicazione dell’autocontrollo nei pubblici esercizi, come ristoranti e laboratori artigiani, per prevenire contaminazioni accidentali da glutine e garantire pasti sicuri ai celiaci.
- Hanno svolto un ruolo chiave nella sensibilizzazione pubblica riguardo alla celiachia e alla necessità di diagnosi tempestive. Inoltre, hanno lavorato per assicurare l’accesso gratuito a prodotti alimentari adatti alle esigenze dei celiaci.
- Hanno sostenuto la ricerca scientifica volta a migliorare la salute dei pazienti celiaci e a sviluppare soluzioni efficaci per affrontare le sfide legate a questa condizione.
Il Ministero della Salute Italiano ha sensibilizzato l’opinione pubblica sul perchè la dieta senza glutine non sia una moda, ma una necessità per i celiaci, rappresentando l’unica terapia possibile.
Tuttavia, gran parte dei consumatori sembra essere attratta dai prodotti “senza glutine” nella convinzione che essi apportino benefici per la salute e il dimagrimento. In realtà, il 10% della popolazione europea, corrispondente a 6 milioni di persone in Italia, adotta una dieta senza glutine senza alcuna reale ragione medica. Circa un terzo dei prodotti “senza glutine” viene consumato da individui non celiaci che erroneamente credono che tale scelta favorisca la perdita di peso o il miglioramento della forma fisica.
Questa tendenza è alimentata dalla strategia di marketing nota come “viral deception” (inganno virale), che viene attuata da alcune grandi aziende alimentari. Queste campagne pubblicitarie spingono i consumatori a scegliere prodotti senza glutine, anche quando non è necessario, sfruttando l’erronea convinzione che siano migliori per la salute. Anche alcune celebrità internazionali, come Lady Gaga, Victoria Beckham e Kim Kardashian, promuovono questa tendenza attraverso i social media, aumentando ulteriormente il successo di questo business.
È importante notare che il glutine è una proteina preziosa, presente nei cereali che hanno rappresentato una fonte alimentare per le popolazioni europee fin dal Neolitico. Il suo ruolo è stato fondamentale nell’alimentazione umana. A differenza di altre fonti proteiche, il glutine si distingue per la sua sostenibilità, con un’impronta idrica e ambientale inferiore.
Gli alimenti “senza glutine” e “a ridotto tenore di glutine”, precedentemente considerati “alimenti per diete particolari”, sono ora soggetti alle regolamentazioni degli alimenti di uso comune. Il regolamento UE 828/2014 ha definito le soglie di tolleranza per l’etichettatura “senza glutine” o “a ridotto tenore di glutine”. Tuttavia, è importante rispettare le condizioni generali sull’etichettatura degli alimenti per evitare di indurre in errore i consumatori riguardo alle caratteristiche
Etichettatura “Senza Glutine”: Chiarezza e Limiti
La normativa europea, precisamente il regolamento UE 828/2014, stabilisce che un alimento composto esclusivamente da ingredienti naturalmente privi di glutine può recare sull’etichetta l’indicazione di assenza di glutine. Questo, naturalmente, è subordinato al rispetto delle regole generali che riguardano la corretta informazione dei consumatori, come definite nel regolamento (UE) n. 1169/2011. In particolare, è vietato fornire informazioni che possano ingannare i consumatori facendo credere che un alimento abbia caratteristiche particolari, quando in realtà è simile agli altri prodotti analoghi.
Tuttavia, le direttive sono chiare per quanto riguarda gli alimenti che, per loro natura, non contengono glutine nei loro ingredienti principali. In questi casi, la regola è inequivocabile:
- Se un cereale contenente glutine è presente nell’alimento (o potrebbe esserci a causa di possibili contaminazioni accidentali che non possono essere escluse, nonostante le verifiche di autocontrollo obbligatorie), l’ingrediente specifico contenente glutine deve essere citato nella lista degli ingredienti. In alcuni casi, la dicitura “può contenere” anticipa questa informazione, nel caso di possibili tracce di glutine.
- Al contrario, non è permesso utilizzare l’etichetta “senza glutine” su prodotti che, per loro natura, non contengono glutine. Questa caratteristica è comune agli altri alimenti simili e non è ammissibile attribuire a un prodotto caratteristiche che appartengono alla stessa categoria di alimenti.
È giunto il momento di porre fine alla diffusione indiscriminata di etichette “gluten-free” su una vasta gamma di prodotti che, in realtà, hanno poco o nulla a che fare con i cereali contenenti glutine. Questa pratica è diffusa in molteplici settori, dalle bevande ai latticini, dai succhi di frutta alle carni e persino alle caramelle. È importante fare chiarezza sulle vere esigenze dei consumatori, evitando confusione e disinformazione. La scritta “Senza glutine” non dovrebbe mai essere usata come mera strategia di marketing, ma dovrebbe riflettere con precisione la natura del prodotto e le esigenze delle persone che ne dipendono per ragioni di salute.
Video estratto e tradotto da “Coeliac uk”
Disturbi glutine correlati
La seguente lista offre una visione generale delle diverse intolleranze al glutine.
La celiachia è una malattia autoimmune. Nelle persone con la predisposizione genetica corrispondente, l’assunzione di glutine, anche in piccolissime quantità, provoca un’infiammazione cronica e una regressione dei villi intestinali. Una rigida alimentazione senza glutine, per tutta la vita, attenua i sintomi della celiachia.
La sensibilità al glutine e quella al frumento sono accompagnate, secondo numerosi studi, da un’ipersensibilità nei confronti del glutine o di determinati componenti del frumento, senza però che sia stata diagnosticata una celiachia o un’allergia al frumento. In presenza di una sensibilità al glutine/frumento possono manifestarsi sintomi quali mal di testa, nausea, problemi digestivi, affaticamento, dolori muscolari e molti altri disturbi, che scompaiono se si segue una dieta senza glutine per un determinato periodo di tempo.
In caso di allergia al frumento il sistema immunitario reagisce con un’intensità eccessiva ai componenti proteici del grano, altrimenti innocui, provocando generalmente reazioni cutanee o delle vie respiratorie superiori. La terapia consiste in un’alimentazione senza frumento da seguire rigorosamente.
La sindrome dell’intestino irritabile (SII) è una patologia frequente del tratto gastrointestinale. I sintomi tipici dell’intestino irritabile sono flatulenza, stitichezza, diarrea o dolori addominali. Questi disturbi possono limitare fortemente la qualità della vita. Prima però che venga formulata la diagnosi di intestino irritabile, si dovrebbero escludere altre cause come la celiachia, la sensibilità al glutine/frumento o altre intolleranze.
Logotipi sulle confezioni e loro significato per il consumatore
Logo Spigabarrata, marchio registrato da SpigaBarrata srl società riconducibile ad AiC e che viene concesso alle aziende previo pagamento di una quota e controllo del prodotto.
CELIACHIA & dicitura “senza glutine” dal Ministero della Salute
Approfondimenti
Qui di seguito tutti i Link utili per approfondire gli argomenti:
https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioFaqDonna.jsp?lingua=italiano&id=115
https://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_2_0.jsp?lingua=italiano&id=936
https://www.aoecs.org/working-with-food/gluten-free-certification/
Ciao prendiamo gli gnocchi della lidl. Ci sono molti senza allergeni riferibili ala
Celiachia. Quindi in teoria ok mentre c’è ne uno con claim senza glutine. Quindi? Se leggo una etichetta senza allergeni celiaci ma senza claim che è volontario si può mangiare? Grazie
L’etichetta parla da sola, ma se vuoi esser sicura scrivi in azienda.