Allarme GLUTENFOBIA, come Superarla e Vivere Bene con il Proprio Corpo
È una miscela proteica colloidale, viscosa ed elastica, viene usata nell’apprettatura dei tessuti, nell’industria degli adesivi e della carta.
La mangiate tutti i giorni senza, quasi, rendervene conto… è formata prevalentemente da gliadina e glutenina ed è innocua se non si è intolleranti…
È il GLUTINE!
Innocuo, insapore, ma utilissimo ed i celiaci lo sanno bene, purtroppo per loro.
Oggi, però, vogliamo parlarvi della fobia del glutine, paura alimentare fomentata da parte dell’industria sempre più fiorente e da parte di star e vippettini dello sport e della tv disinformati e dis-informanti… (se mi passate il neologismo).
Qualche giorno fa, infatti, l’ANSA, una delle principali agenzie di stampa italiane, ha riportato la preoccupante notizia di uno studio sulla paura del glutine all’interno della popolazione australiana.
La sempre più diffusa e costosa ‘fobia’ del glutine, motivata da possibili problemi di intolleranza, è infondata nella gran maggioranza dei casi. Lo sostiene un nuovo studio australiano pubblicato sul Medical Journal of Australia.
Secondo i ricercatori dell’Università di Newcastle, il glutine fa scattare problemi di salute in appena un sesto degli adulti che accusano intolleranza alla proteina. E solleva interrogativi verso un lucrativo mercato globale del gluten-free che vale più di 6 miliardi di dollari solo in Usa.
Lo studio guidato da Marjorie Walker e Michael Porter della Scuola di patologia anatomica dell’ateneo, si è rivolto all’8% degli australiani che secondo le stime incolpano il glutine per un’ampia gamma di disturbi, dal gonfiore di stomaco a mal di testa e nausea, a dolore alle giunture, da depressione a febbre da fieno.
Ragazzi, stiamo parlando dell’Australia, non dell’Italia dove siamo letteralmente sommersi dal glutine!
“Risulta che solo una piccola proporzione della popolazione sia veramente suscettibile al glutine o al frumento… Molti si sottopongono senza necessità a una costosa dieta gluten-free”, scrivono i ricercatori.
La celiachia, lo abbiamo detto più volte, è una condizione autoimmune in cui il glutine induce il sistema immunitario ad attaccare l’intestino e altri organi, ma per ogni persona realmente affetta, circa altre sette si dichiarano suscettibili alla proteina senza soffrire di celiachia, riferiscono gli studiosi.
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Una dieta gluten-free costa 17 volte più di una regolare, ed espone la persona a carenza di oligoelementi e di vitamine. Secondo la ricerca, tale dieta può anche aggravare i rischi di attacchi cardiaci o ictus, di ipertensione, di alti livelli di colesterolo di sovrappeso, perché le alternative senza glutine hanno alti contenuti di carboidrati.
Non ci credete? beh ormai esistono molti prodotti omologhi a quelli con glutine, ma prendiamo ad esempio un biscotto che rappresenta l’icona della colazione della mia generazione l’Oro Saiwa
Nella versione con glutine classica sono presenti Grassi per 9,1g di cui 0,9g saturi, nel senza glutine i grassi sono 13g di cui 4,6g sono saturi.
I carboidrati sono simili, ma con 2g di zuccheri in più nella versione “senza glutine”
Parlando di fibre ai 3,4g della versione glutinata si contrappongono i 0,6g di quella “senza”.
Infine le proteine che nella versione “normale” sono 8,3g diventano 2g in quella senza glutine!
Insomma Senza Glutine, senza fibre e senza proteine, ma con molti, troppi grassi.
Scorrendo gli ingredienti è, infatti, palese anche la spiegazione della tabella nutrizionale.
Ricordiamo, infatti che l’ordine degli ingredienti in etichetta non è casuale, ma in proporzione alle quantità.
Nella versione con glutine è presente farina di frumento per almeno l’81,6% poi zucchero, olio di girasole e lieviti, infine amido, aromi e sale, discorso completamente ribaltato per la versione “senza glutine” che parte con amido di mais, amido di patata, zucchero, farina di mais, olio di girasole, burro, uova, latte scremato, siero di latte, emulsionanti, lieviti, addensanti, ancora amido, sale, aromi ed un antiossidante.
Chiarissimo, quindi, come la dieta senza glutine abbia un conto calorico paragonabile, ma un apporto di grassi di 3 o 4 volte più importante a fronte della rinuncia a proteine e fibre.
Sarebbe utile inserire in questa ricerca anche gli alimenti “integrali e salutistici” senza glutine per capire se con quelli la situazione potrebbe migliorare, se volete e lo chiedete nei commenti mi prodigherò per farlo anche in tempi brevi.
Ma torniamo a noi.
Evitare il glutine interferisce inoltre con importanti batteri intestinali e aumenta l’esposizione alle tossine. Un recente studio lo ha anche collegato ad alti livelli di arsenico nelle urine.
Le persone che accusano problemi legati al glutine sono in misura predominante donne e relativamente giovani.
Molte sono in cerca di facili soluzioni piuttosto che seguire tradizionali consigli di salute come evitare cibo confezionato, sostengono gli studiosi.
Questo è il punto su cui si basa tutto, è più semplice seguire la “moda” del senza glutine, magari neanche rigidamente (perché quello si che sarebbe faticoso e costoso) piuttosto che iniziare una dieta vera basata su cibo sano, di stagione ed a basso contenuto di grassi.
La cosiddetta dieta mediterranea sarebbe l’ideale.
Ma quelli sono australiani direte voi, noi in Italia siamo migliori, almeno a tavola…
No
Sono 6 milioni gli italiani che mangiano “senza glutine” senza essere celiaci e spendendo ogni anno 105 milioni di euro per alimenti di cui in realtà non avrebbero bisogno. Spinti da falsi miti e dalle mode di star, starlette e superstar non mangiano nulla che contenga glutine, convinti di avere benefici per la salute e per la forma fisica.
Da recenti indagini sui consumatori risulta che 1 italiano su 10 ritiene che la dieta gluten free sia più salutare e che 3 su 10 pensano che faccia dimagrire.
False credenze smentite da gastroenterologi e nutrizionisti che, al contrario, possono portare a conseguenze negative per la salute come abbiamo visto.
Se portare a tavola alimenti senza glutine non porta alcun beneficio a chi non è celiaco, eliminare il glutine rappresenta l’unica cura possibile per coloro ai quali è stata diagnosticata la patologia che in Italia interessa circa 600.000 persone. Tuttavia si tratta di un numero di diagnosi, ancora fortemente sottostimato.
Questo significa che meno del 30% dei celiaci è diagnosticato, gli altri mettono a rischio ogni giorno la loro salute, esponendosi a gravissime complicanze, che minano la salute dei pazienti e gravano fortemente sulla spesa sanitaria pubblica.
E secondo AIC la moda del senza glutine, per la quale si è addirittura arrivati a coniare il termine glutenfobia, può portare a mancate diagnosi o a ritardi nelle stesse.
Nonostante questo, il “gluten-free” si presenta come un mercato in continua crescita al ritmo del 27% l’anno, che in Italia vale 320 milioni di euro ma solo 215 vengono spesi dai pazienti con diagnosi.
215 milioni di euro che in parte sono mitigati dal “buono” che fornisce il servizio sanitario nazionale e che dovrebbe servire a mitigare il sovrapprezzo dei cibi “senza glutine” (si parla di massimo 110€ al mese per un maschio adulto), ma che in realtà foraggia un mercato in cui la libera concorrenza non esiste, ma esistono convenzioni statali con aziende che praticano prezzi assurdi e che nel libero mercato (senza convenzione) risultano molto più bassi… ma questa è tutta un’altra storia che, se vorrete, vi racconteremo in un altro episodio.
Io ho detto la mia, ora voi dite la vostra nei commenti, anche voi avete amici glutenfobici? Avete notato come sempre più ristoratori ci trattino alla stregua di invasati?
Non sono celiaco, ma ho una sensibilità al glutine diagnosticata e tanto rispetto per chi, al contrario, è celiaco.
Taggate e condividete il video con i vostri amici convinti che il senza glutine sia una moda e ricordate sempre…
… per viver bene, dovete amare le vostre intolleranze!
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